11 maggio 1888 – nasce a Tjumen’, nell’attuale Russia, Israel Beilin, che il mondo avrebbe conosciuto come Irving Berlin, uno dei più prolifici e influenti compositori della musica leggera del XX secolo. Emigrato con la famiglia negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni antisemite, Irving Berlin è la dimostrazione vivente del sogno americano: un ragazzo povero, figlio di ebrei russi, che scrive le canzoni che faranno cantare l’intera nazione.

Durante la sua lunga carriera – durata oltre 60 anni – Berlin ha scritto più di 1.500 brani, molti dei quali sono diventati pietre miliari della musica popolare americana. La sua capacità di catturare l’anima collettiva degli Stati Uniti gli ha fatto guadagnare un posto unico nella storia della canzone.

Due titoli bastano a definirne la grandezza:

  • “White Christmas”, la canzone natalizia più venduta di tutti i tempi, resa celebre da Bing Crosby, simbolo sonoro di calore, malinconia e speranza nei momenti difficili (fu particolarmente amata durante la Seconda Guerra Mondiale).
  • “God Bless America”, scritta nel 1918 e riscoperta nel 1938, è considerata da molti un secondo inno nazionale. Interpretata da Kate Smith, è diventata un punto fermo nelle cerimonie pubbliche e nei momenti solenni della storia americana.

Paradossalmente, Irving Berlin non sapeva leggere né scrivere musica. Suonava solo in una tonalità e utilizzava un piano con un meccanismo di trasposizione. Questo non gli impedì di collaborare con i più grandi arrangiatori dell’epoca e di costruire melodie indimenticabili, capaci di parlare al cuore del pubblico.

Berlin scriveva per il teatro di Broadway, per Hollywood, per gli standard jazz, per le truppe americane in tempo di guerra. Fu l’autore di musical di successo come Annie Get Your Gun e Holiday Inn.

Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, Berlin si spese attivamente per sostenere le truppe, scrivendo spettacoli e canzoni dedicate ai soldati, devolvendo molti dei proventi a cause sociali e veterane. A differenza di altre star, non cercava i riflettori: preferiva il lavoro, la musica, il servizio silenzioso.

Il presidente Harry Truman disse di lui:

“Irving Berlin ha contribuito a elevare lo spirito dell’America più di quanto abbiano fatto molti presidenti.”

Irving Berlin morì il 22 settembre 1989 all’età di 101 anni. Nonostante l’inesorabile passare delle mode musicali, la sua arte rimane viva. Le sue melodie sono cantate, reinterpretate, ricordate. Berlin è il custode musicale del Novecento americano, capace di raccontare l’identità di una nazione con poche note e parole semplici.

Oggi il suo lascito è presente in colonne sonore, musical, canzoni natalizie, cerimonie pubbliche e repertori jazz. È stato definito “il più grande compositore di canzoni della storia americana”.


🟡 Autore: Antonio Sacco
🟡 Categoria: Storia della Musica, Cultura Americana, Biografie
🟡 Fonti consigliate: Library of Congress, PBS American Masters, Wikipedia.it, Smithsonian Magazine

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