11 maggio 1941, Newcastle upon Tyne, Regno Unito: nasce Eric Burdon, una delle voci più graffianti e carismatiche della British Invasion degli anni ’60. Leader degli Animals e, più tardi, frontman della band War, Burdon ha incarnato la fusione tra rock, blues e coscienza sociale. Una carriera segnata da mutamenti, ma sempre fedele alla sua anima ribelle e viscerale.

Nel pieno fermento degli anni ’60, la Gran Bretagna esporta negli Stati Uniti un’ondata di nuove band: Beatles, Rolling Stones, The Who… e The Animals. La voce di Burdon emerge immediatamente: profonda, cruda, impregnata di blues. A renderlo immortale è The House of the Rising Sun, antica ballata folk americana che, grazie agli Animals, diventa un successo planetario nel 1964.

Con i suoi organi elettrici ipnotici, il ritmo solenne e la voce disperata di Burdon, il brano scala le classifiche e trasforma la band in icona. Eric diventa il portavoce dell’angoscia giovanile e urbana. Seguiranno hit come Don’t Let Me Be Misunderstood, We Gotta Get Out of This Place e It’s My Life.

Nel 1969, Burdon cambia rotta e si trasferisce negli Stati Uniti. Qui incontra i War, band multietnica e innovativa, che fonde rock, jazz, funk e ritmi latini. L’incontro è esplosivo: da questa collaborazione nascono brani come Spill the Wine, che unisce psichedelia e critica sociale.

Con i War, Burdon esplora tematiche più profonde: razzismo, diseguaglianza, guerra, e lo fa senza perdere il suo istinto animalesco. L’esperienza dura solo due album, ma lascia un segno indelebile nella storia del crossover musicale degli anni ’70.

Dopo il periodo con i War, Eric Burdon continua una lunga carriera da solista, spesso sottovalutata ma sempre sincera. Album come Declares War o Til Your River Runs Dry mostrano un artista che non ha mai smesso di lottare con la voce, le parole, la musica.

Dotato di una voce che pare graffiare l’aria, Burdon ha cantato l’alienazione, la rabbia, la speranza e la resistenza. Non è stato solo interprete: è stato testimone del suo tempo. E lo è ancora.

Schietto, passionale, imprevedibile, Burdon ha sempre rifuggito le logiche commerciali. Ha raccontato di essere stato vicino agli afroamericani durante i moti per i diritti civili, di aver vissuto l’America da immigrato bianco tra neri, e di non essersi mai sentito una star, ma piuttosto un soldato del suono.

“Non ho mai voluto essere famoso. Ho voluto essere libero.”
Eric Burdon

Oggi, Eric Burdon è considerato una leggenda vivente. È stato fonte d’ispirazione per intere generazioni di musicisti rock, blues e soul. La sua voce è stata campionata, reinterpretata, celebrata.

Non è solo il cantante di The House of the Rising Sun: è la voce del blues bianco, il grido sporco e vero di chi ha scelto la musica come forma di resistenza e verità.


🟡 Autore: Antonio Sacco
🟡 Categoria: Storia del Rock, Biografie Musicali
🟡 Fonti consigliate: it.wikipedia.org, ericburdon.com, Rolling Stone Archives

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